Il progetto “la pallanuoto incontra i detenuti” ha preso il via questa
mattina all’interno della casa circondariale “G. Stefanini” di Rebibbia. Una
folta delegazione della SIS Roma, società romana affiliata ASI che milita nel campionato nazionale di serei A1 femminile, capitanata dal DS Giacomo Esposito e dai tecnici
Pierluigi Formiconi ed Enrico Alonzi, ha lavorato con diverse detenute
“dibattendo” sui valori dello sport ad alto livello e raccontando storie di
vita vissuta legata allo sport.
Momenti di estrema condivisione ma anche di estrema gioia per tutte le
parti in causa. Le atlete della SIS hanno ascoltato con molta attenzione le
esperienze che le detenute hanno voluto raccontare rispetto a ciò che la
società ha proposto, dando un tocco personale a questo bel dibattito. Il CT
Formiconi, con la sua infinita esperienza, ha voluto condividere alcuni dei
momenti più importanti della sua carriera – tra cui le olimpiadi di Atene –
svelando alcuni retroscena molto simpatici.
Anche altre atlete, come Tabani e Tankeeva, hanno spiegato alle ragazze il
significato del valore di una medaglia Olimpica e che cosa si prova a preparare
ed a partecipare ad un evento sportivo di questa portata.
Ma la cosa più significativa della mattinata è stata senza dubbio scoprire
che una delle ragazze che sta scontando la pena detentiva, è stata compagna di
scuola del nostro capitano Francesca Giovannangeli. Un momento di rara
bellezza, difficile anche da descrivere a parole. Perchè sarebbe bastato vedere
il loro abbraccio per capire tante cose.
“Una sensazione fortissima – commenta a
margine della mattinata Francesca Giovannangeli - di quelle che non si
possono descrivere a parole. Questa è stata la mia prima esperienza all’interno
della casa circondariale ed incontrare nuovamente la mia compagna di scuola,
ripercorrendo i vecchi tempi insieme, è stata comunque una gioia. Mi ha
raccontato il motivo per il quale è lì e poi mi ha subito esternato la sua
contentezza nel vedere un viso familiare. Ringrazio la società per avermi dato
questa opportunità e non vedo l’ora di ritornare presso la casa circondariale
per il secondo incontro.”
Le fa eco il direttore sportivo Giacomo Esposito: “Essere partiti con il
nostro progetto pilota è motivo di grande orgoglio e responsabilità. Abbiamo
potuto fare un’esperienza unica nel proprio genere, confrontandoci con persone
come noi che ci hanno dimostrato un affetto unico ed hanno interagito nella
miglior maniera possibile. Nel prossimo incontro, previsto per lunedì 26
febbraio, effettueremo anche dei contributi fotografici anche all’interno del
carcere.”